Rassegna stampa
Si chiamano food forest o “foreste commestibili” quelle aree cittadine dove piante e alberi vengono coltivati secondo i principi della permacultura. Si tratta di iniziative che mirano alla creazione di sistemi sostenibili e autonomi che cercano di soddisfare il fabbisogno di cibo senza intaccare l’ecosistema naturale e senza utilizzare sostanze chimiche. In Italia due belle esperienze: a Parma la Picasso Food Forest e ad Adro in provincia di Brescia per merito di Onorio Belussi con 3.000 mq.
Si chiamano food forest o “foreste commestibili” e sono grandi aree cittadine, in genere inutilizzate, dove piante e alberi vengono coltivati secondo i principi della permacultura. Si tratta di iniziative che mirano alla creazione di sistemi sostenibili e autonomi e che cercano di soddisfare il fabbisogno di cibo senza intaccare l’ecosistema naturale e senza utilizzare sostanze chimiche. Uno degli esperti italiani in tema di food forest è Onorio Belussi, che nella sua città, Brescia, ha coltivato 3000 mq seguendo i principi dell’agricoltura naturale, ovvero quella che lui chiama agricoltura del “non fare”, che significa rinunciare all’utilizzo di sostanze chimiche per “lasciare fare semplicemente alla natura”.
Proprio come i nostri avi che non avevano la scrittura e si prendevano cura delle generazioni future insegnando loro con pazienza come comportarsi davanti a ogni aspetto della vita. La tanto celebrata capacità cognitiva ed espressiva dell’uomo si è trasformata nel nostro più grande limite proprio come narrato nell’episodio delle lingue di fuoco della Pentecoste. Il linguaggio della natura, in tutta la sua semplicità, è un messaggio di Amore universale. Una pianta soffre se viene tagliata, ma lo accetta perchè vive in comunione non solo con l’uomo (a cui regala frutti e gli permette di vivere sul pianeta) ma con l’intero cosmo.
Un ecosistema boschivo ricreato perfettamente. Si chiama food forest o forest garden, che in italiano è traducibile con “foresta commestibile” o “foresta giardino”. Un vero e proprio bosco edibile, una coltivazione multifunzionale in cui alberi, da frutto e da legno, vengono “lasciati crescere” assieme a erbe medicinali, ortaggi e piante spontanee in modo del tutto autonomo e, come avviene appunto nel bosco, senza intervento umano. In Italia, l’esperienza più longeva di questo tipo ha quasi 30 anni ed è quella di Onorio Belussi, un ex funzionario comunale lombardo che nel 1987 ha deciso di dedicarsi a un progetto agricolo che prevedesse il fare “meno possibile”. Così nel 1989 ad Adro, in provincia di Brescia, il signor Belussi (oggi 76enne) si è trasformato in un agricoltore del “non fare” dando vita a una forest garden di 3000 mq, dove si dedica al suo giardino edibile nel quale non lavora il terreno, non fertilizza, non usa antiparassitari, non pota le piante e non elimina le erbe infestanti limitandosi ad assecondare la natura.
Paradiso terrestre. Così Onorio Belussi, classe 1942, chiama i suoi tremila metri quadrati di terra nel cuore della Franciacorta, alle porte di Adro, che coltiva da quasi tre decadi come la più grande food forest d’Italia. L’idea è quella di un’unica coltivazione multiuso e multifunzione in cui trovano collocazione armonica alberi da legno, piante da frutto, erbe medicinali, ortaggi e tanto altro, in sinergia pure con le piante spontanee e gli animali.
Onorio Belussi è un coltivatore che, nei suoi 3.000 metri di terra franciacortina, ha applicato le idee del microbiologo giapponese Masanobu Fukuoka, autore de La rivoluzione del filo di paglia e filosofo-pioniere dell’agricoltura naturale. Un metodo che coltiva cercando di riprodurre il più possibile le condizioni naturali, minimizzando gli interventi dell’uomo sull’ambiente e in contrasto con i sistemi agricoli tradizionali e le loro logiche “industriali” (per non parlare degli interessi delle multinazionali dell’agrochimica). Un metodo che è anche una filosofia.
Questa è la storia di un uomo che trent’anni fa, grazie a un libro, decide di rivoluzionare completamente la propria vita e oggi, a 73 anni, ci mostra con orgoglio e gioia i risultati di quella scelta: un campo di 3mila metri quadri coltivato secondo gli insegnamenti di Masanobu Fukuoka e dell’agricoltura del “non fare”. Uno dei campi più grandi d’Europa che ha fatto di Onorio Belussi uno dei massimi esperti in merito e un punto di riferimento per tutti coloro che si vogliono avvicinare al metodo naturale.
Una giornata teorico-pratica sull’agricoltura naturale. È stato questo l’evento che si è tenuto presso l’agriturismo I Gelsi di Cernusco Lombardone, organizzato dal Movimento per la decrescita felice. Onorio Belussi, che vive ad Adro (BS), dove coltiva il suo podere secondo i canoni dell’agricoltura naturale di Masanobu Fukuoka e autore del libro La rivoluzione della natura terrestre, ha presentato il suo metodo: rinverdire i deserti della Terra per rinnovare i cuori ed essere in armonia con la natura e lo spirito. Metodo che lo ha visto pioniere del “non fare” con il chiaro obiettivo di iniziare a coltivare per aumentare i raccolti e i risparmi e riuscire a produrre diminuendo le fatiche e le spese. Nel pomeriggio la dimostrazione pratica di come coltivare l’orto e il campo, di come si mette a dimora una pianta e di come seminare con palline d’argilla. Onorio ha saputo entusiasmare e trasmettere a tutte le persone presenti all’incontro la sua teoria del “non fare”, consigli e spiegazioni per creare un paradiso terrestre utile a far ritrovare la fanciullezza nascosta.