Record demografico negativo in Italia
20251128 . L'Italia sta affrontando un grave declino demografico, con le nascite che nel 2023 sono scese sotto le 400.000 e si prevede un ulteriore calo a circa 370.000 nel 2024. Il tasso di fecondità ha raggiunto un minimo storico di 1,18 figli per donna, contribuendo a un invecchiamento della popolazione e a un saldo naturale negativo, dove i decessi superano le nascite. Questo trend, iniziato nel 2015 e aggravatosi negli ultimi anni, porterà a una significativa riduzione della popolazione, prevista scendere sotto i 55 milioni entro il 2050.
Le cause di questo declino sono molteplici: la correlazione negativa tra povertà e natalità, il posticipo della maternità e l'aumento dell'età media delle madri, che nel 2024 è di 32,6 anni. La crisi economica iniziata nel 2008 ha ulteriormente influenzato le scelte familiari. Le proiezioni future indicano un forte calo della popolazione in età lavorativa entro il 2060, con impatti sociali ed economici significativi.
Parallelamente, il percorso verso l'autonomia dei giovani italiani è caratterizzato da ritardi significativi. Le tappe fondamentali della vita, come la conclusione degli studi, l'uscita dalla famiglia d'origine e il matrimonio, si verificano più tardi rispetto alle generazioni precedenti. La fascia di età 25-34 anni ha visto una diminuzione della popolazione da 8,5 milioni nel 2005 a 6,2 milioni nel 2025. Il 63,3% degli over 35 vive ancora con i genitori e l'età media al primo matrimonio è di 36,9 anni. Sebbene l'istruzione si sia prolungata, con un aumento delle lauree, l'ingresso nel mercato del lavoro non garantisce la possibilità di formare una famiglia. Il tasso di occupazione giovanile è in ripresa, ma solo il 22,7% degli occupati nella fascia 25-34 anni è genitore.
Le risposte istituzionali si sono concentrate principalmente sul Mezzogiorno, ma le assunzioni rimangono basse e la disoccupazione giovanile è al 12,3%, con punte del 22,6% nel Sud. La scarsa qualità delle offerte di lavoro e le reti di reclutamento informali rendono difficile per i giovani raggiungere l'indipendenza, rendendo l'età adulta un obiettivo sempre più complesso.