Più o meno Europa? Cittadini e governi divisi
20250601 . In Europa, esiste una netta divisione tra cittadini e governi, un tema di rilevante importanza. Secondo l'Eurobarometro della primavera 2025, il 52% dei cittadini ha fiducia nell'Unione Europea (UE), il livello più alto dal 2007, nonostante le crisi affrontate. Anche la fiducia nella Commissione Europea è al 52%. Inoltre, l'88% degli intervistati desidera una maggiore azione comune, specialmente nel settore della difesa (81%), la percentuale più alta dal 2004. Il 77% considera la Russia la principale minaccia alla sicurezza dell'Unione, nonostante alcuni politici la vedano come un alleato. Le priorità dell'UE, dopo la sicurezza, includono l'economia (29%), l'immigrazione (24%) e le politiche climatiche (24%). Un significativo 74% dei cittadini dell'UE e l'83% di quelli dell'Eurozona supportano l'uso dell'euro, la percentuale più alta mai registrata.
Il rapporto di maggio 2025 evidenzia che 3,4 degli intervistati ritiene che l'UE debba avere più risorse per affrontare le sfide globali. Inoltre, 3/4 degli intervistati pensa che l'UE sia più efficace dei singoli governi nel proteggere gli interessi commerciali. Il 57% è favorevole all'aumento dei dazi sulle merci americane in risposta a eventuali tariffe imposte da Trump. La maggioranza relativa (45%) considera la pace il valore principale da promuovere, seguita dalla democrazia (32%) e dalla protezione dei diritti umani (22%).
Il sondaggio ha incluso anche il Regno Unito: a nove anni dal referendum per la Brexit, la percentuale di britannici con una visione negativa dell'UE è scesa dal 36% al 17%. Una maggioranza relativa (38%) ha più fiducia nell'UE rispetto al proprio governo (31%), e il 51% dei giovani ha una visione positiva dell'Unione.
Passando ai governi nazionali, nonostante la richiesta di soluzioni comuni, i cittadini vogliono mantenere il controllo. Secondo il politologo Uwe Puetter, i governi nazionali vedono la Commissione Europea come un'agenzia di supporto piuttosto che come un'entità sovranazionale. Roberta Metsola, presidente del Parlamento europeo, ha invitato il governo italiano a rivolgersi al proprio commissario per esprimere critiche a Bruxelles, un compito che spetterebbe ai Consigli funzionali e al Consiglio europeo.
La Commissione sembra accettare questa visione intergovernativa. Ad esempio, i fondi per le politiche di coesione, inizialmente destinati a un dialogo diretto con le regioni, sono ora sotto il controllo dei governi nazionali. Le spese militari sono gestite dai governi nazionali senza un bilanciamento europeo. La Commissione è cauta anche nella difesa dello stato di diritto, che è sotto attacco in vari stati membri, come dimostra una recente legge ungherese che limita i fondi per le ONG.
La Commissione Europea, per non disturbare il governo ungherese, ha persino chiesto ai suoi commissari di non partecipare a eventi come la manifestazione per l'Orgoglio omosessuale a Budapest. Una Commissione debole è facilmente criticabile, e ciò ha portato la premier italiana a lamentarsi dei dazi interni al mercato unico, come se fossero imposti dalla Commissione e non dai governi.