Discorso all'Hub Ragazzi, cercate di portare rispetto a chi si impegna per la società e soprattutto per portare avanti il transumanesimo in Italia e nel Mondo... Sembra, ma non è per niente facile!
Ciò che è certo è che chi fa sbaglia e solo chi non fa che non sbaglia.
Commettere un errore non significa esserlo!
Spezzo una lancia a favore di tutti quelli che si impegnano e nonostante le avversità che tutto ciò implica compresi i conflitti che nascono nei rapporti umani che poi forse cosi umani non lo sono.
Spero in una cooperazione pacifica atta ad arricchire esperenzialmente, culturalmente e professionalmente i membri che hanno deciso di fare parte a questo gruppo.
Confido in una convivenza armoniosa e pacifica o almeno che si ristabilisca dopo confronti accesi, ricordo che un mondo idilliaco dove tutti convivono pacificamente non esiste ed è meglio cosi perché la diversità ci permette di confrontarci e arricchirci costantemente, il virtuale è reale, le esperienze che facciamo qui ci permettono di migliorare anche nella vita di tutti i giorni.
Invece di cedere al conflitto e all'astio, dovremmo concentrare le nostre energie su questioni concrete e attuali, per costruire un futuro migliore, cercare di riflettere sulle problematiche attuali ed imminenti con l’intelligenza artificiale al nostro fianco e non di certo crearci inimicizie in modo gratuito.
Prevedo a breve interessanti sviluppi nel campo dell'intelligenza artificiale e soprattutto umano e di connessione mentale.
Ricordo inoltre che siamo qui anche per crescere, migliorarci ed evolvere come è nella natura di ogni essere intelligente e soprattutto nella realtà umana.
Confido sempre in voi e nel quieto vivere.
Rimanete connessi!
Buon proseguimento e avanti sempre
A dimenticavo... Conoscete la sociocrazia!? L'ho appena scoperta ed è interessante come concetto...
Ecco un bellissimo ed emozionante racconto e il video illustrativo
"Federico era preoccupato. La sua azienda, una piccola fabbrica tessile nel sud Italia, non stava attraversando un buon periodo. La concorrenza dei paesi con costi più bassi si faceva sentire sempre di più e le vendite erano in calo ormai da diversi mesi. I lavoratori vivevano nell'ansia, temendo che da lì a poco qualcuno di loro avrebbe perso il posto di lavoro.
Federico non sapeva più cosa fare, sentiva di dover cambiare qualcosa per dare una svolta. Fu allora che lesse un articolo su una nuova modalità di gestione aziendale chiamata "sociocrazia", che puntava sulla cooperazione e la partecipazione di tutti i lavoratori. Rimase colpito dai risultati raggiunti da aziende che l'avevano adottata, come la riduzione dei tempi decisionali e un significativo aumento della produttività e della qualità del lavoro.
Decise di convocare un'assemblea e mettere al corrente tutti i dipendenti della situazione critica in cui versava l'azienda. Ma non si limitò solo a esporre il problema: propose di sperimentare insieme questo nuovo modello gestionale, democratico e orientato al gruppo piuttosto che agli individui. All'inizio qualcuno fu scettico, ma presto la maggioranza abbracciò l'idea con entusiasmo.
Furono creati piccoli gruppi di lavoro transversali, che includevano operatori di diversi reparti, e venne dato spazio alle proposte di tutti. L'armonia e il clima disteso che ne risultarono permisero di apportare migliorie in tempi record. Le vendite ricominciarono presto a crescere e, grazie anche agli ottimi risultati raggiunti, l'azienda poté assumere nuovo personale.
Tutti nell'azienda erano ormai convinti che la cooperazione e il senso di comunità fossero la chiave per superare anche le sfide più ardue. Federico era fiero di aver creduto nei suoi collaboratori e aver intrapreso quella strada innovativa che li aveva salvati e fatti rinascere più forti di prima. La pace e l'unione tra le persone, aveva capito, sono il vero motore del progresso economico e sociale."
E qui il video - Buona visione!
https://youtu.be/l3zFWpntExg?si=-jC06zfZrypa7AGL
Si sente spesso affermare che i giovani sono irresponsabili e non rispettano la gerarchia e l’autorità: un’affermazione emblematica dell’attuale rapporto tra le generazioni, in particolare nell’ambito professionale. A parte il rischio, per chi ha superato I sessanta, di sentirsi rispondere un semplice e sprezzante “OK boomer” , vale la pena soffermarsi a riflettere se per caso non sia effettivamente possibile un ambiente di lavoro privo di gerarchie.