
Psicologia
Non cambierà solo il tuo mondo interiore ma anche l’ambiente in cui vivi
Cambierà il modo in cui ti rapporti con le persone. Il giorno in cui inizierai a volerti bene non soffrirai la solitudine, avrai sconfitto la paura dell’abbandono e del rifiuto, avrai sconfitto la paura del fallimento, la paura di non essere abbastanza… ma abbastanza per chi? Quando imparerai a volerti bene capirai che tu sei già abbastanza, lo sei per te stessa e i retaggi del passato non possono mettere in dubbio il tuo valore.
Non avrai paura del confronto perché riuscirai non solo ad accettarti per ciò che sei ma anche a rispettarti. Da quel momento inizierai a fare una cernita nelle relazioni. Avrai ben chiaro il fatto che gli altri non possono riempire nessun vuoto; se ti manca qualcosa, questo qualcosa non si colma con ciò che risiede all’esterno bensì con quello che già appartiene a te. Le relazioni non colmano dei vuoti, semplicemente accompagnano, regalano affetto e creano dei momenti di autentica condivisione. Momenti di reciprocità e di crescita.
In tutti i rapporti che portiamo avanti, che siano con amici, colleghi, parenti o amanti, non abbiamo bisogno di grandi paroloni, regali o gesti eclatanti, tutto ciò che ci serve è onestà emotiva. In fondo non chiediamo molto quando pretendiamo semplicemente di essere riconosciuti nel nostro valore, di essere accolti per ciò che siamo e non per ciò che si aspettano da noi. Purtroppo, troppo spesso, gli altri ci desiderano o ci respingono solo in base a ciò che facciamo (o non facciamo) per loro.
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I legami sono fortemente condizionati dalle aspettative, se le infrangiamo, se per un attimo smettiamo di essere ciò che vogliono gli altri e iniziamo a pensare a ciò che desideriamo per noi stessi, allora la relazione diventa burrascosa. Allora è lecito chiedersi: non è triste dover dare qualcosa in cambio, dover rinunciare a parti di sé, per ricevere un po’ di vicinanza e considerazione? A questo punto, non sarebbe meglio stare da soli? Rinunciare all’altro piuttosto che a se stessi e ai propri bisogni?
Ogni volta che ci accontentiamo di una relazione che mortifica i nostri bisogni, che non ci fa sentire liberi di esprimerci, stiamo mancando di rispetto a noi stessi, al nostro valore di persone complete e degne di stima. Qui di seguito ti riporto alcuni esempi che potrebbero farti aprire gli occhi sull’equilibrio delle relazioni che instauri.
La storia insegna che si può arrivare morti alla morte. E che questo avviene perché si vive in modo difforme rispetto alla propria natura. Specularmente insegna che vi si arriva vivi se si vive in modo conforme alla propria natura. Qual è la natura specifica degli esseri umani? È quella di non avere una natura specifica. Si può quindi concludere che la specificità, seguendo la quale viviamo in modo conforme alla nostra natura e arriviamo vivi alla morte, è la libertà.
La libertà si compone di tre qualità: consapevolezza, creatività, responsabilità. Ora, visto il tema che stiamo trattando, mi soffermo in particolare sulla consapevolezza in quanto chiave indispensabile per arrivare vivi alla morte. Praticare la consapevolezza significa lavorare sulla propria interiorità operando coltivazione di sé, concentrazione, attenzione, vigilanza, raccoglimento, silenzio, riflessione, meditazione: un insieme di pratiche che può essere detto “esercizi spirituali” o anche “pratica di consapevolezza”.
Se ti parlo di “tradimento”, sicuramente ti verrà in mente un partner infedele che ha segretamente un amante, tuttavia sono moltissimi i modi in cui il nostro partner può tradirci. Il tradimento non è solo sessuale.
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Ogni volta che il partner sminuisce i nostri sentimenti, sta tradendo il nostro valore. Ogni volta che il partner non ci ascolta, tradisce la nostra stima Quando l’altro calpesta i nostri sentimenti, tradisce ciò che nutriamo per lui/lei Insomma, nelle relazioni disfunzionali il tradimento è dietro l’angolo. I valori traditi sono la stima, il rispetto, la fiducia, i sentimenti, l’unione e soprattutto, il valore personale. Se nella coppia non ci sentiamo ascoltati, compresi, stimati e amati e continuiamo a stare con chi ci fa soffrire, allora anche noi stiamo tradendo noi stessi!
A distanza di tempo, la psicosi acuta può ripresentarsi?
«In realtà bisogna distinguere situazioni diverse: può manifestarsi come caso isolato ma può essere anche il preludio di disturbi psichiatrici gravi come schizofrenia, disturbo bipolare o ancora disturbo schizzoaffettivo. Può quindi configurarsi, in questi casi, come un primo episodio che rientra ma che in seguito, mesi o anni dopo, riemerge come un disturbo psichiatrico e, purtroppo, cronico. Ci sono poi forme in cui si ripresentano solo episodi psicotici brevi non associati a patologie, ma sono davvero molto rare».
Ma chi sono queste persone che assumono un atteggiamento immaturo?
Parliamo di persone che fondamentalmente riescono a pensare solo a se stesse, rifuggono da qualsiasi responsabilità e non riescono a prendere decisioni. Il profilo della persona immatura il più delle volte corrisponde a quello di chi rimane sospeso nel limbo in una condizione di perenne indecisione. Di conseguenza, l’immaturo si rifugia in comportamenti regressivi molto simili a quelli tipici di un adolescente. E’ abituato a vivere con leggerezza e non deve assumersi particolari responsabilità. L’immaturità emotiva è essere ancora legati ai desideri dell’infanzia: desideri, questi, che fanno sì che una persona abbia la convinzione di essere il centro dell’universo.
L’origine dell’atteggiamento immaturo
La tendenza a comportarsi da immaturo è evidente in tutte le azioni quotidiane. Quello che in genere caratterizza la persona immatura è un atteggiamento psicologico di rifiuto di mettersi in gioco nella vita, di affrontare le avversità o qualunque impresa implichi un investimento di forze, energia, sacrificio di sé.