Crescita Personale

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La via dell'uomo superiore - Riassunto e infografica - David Deida
La via dell'uomo superiore - Riassunto e infografica - David Deida

Eiaculare sulla colonna vertebrale La maggior parte degli uomini eiacula per scaricare lo stress. Ma l'orgasmo dell'uomo superiore esplode lungo la sua spina dorsale e nel suo cervello, piovendo attraverso il suo corpo come una beatitudine ambrosiana di ringiovanimento.

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La via dell'uomo superiore - Riassunto e infografica - David Deida
Il principio della rana bollita: smetti di adattarti e prendi in mano la tua vita
Il principio della rana bollita: smetti di adattarti e prendi in mano la tua vita
Ti tranquillizzo subito, non sto per darti una ricetta su come cucinare rane ;) Voglio parlarti di un principio che chiarisce, in maniera molto semplice e purtroppo realistica, l'insita capacità dell'essere umano di adattarsi a situazioni spiacevoli e deleterie senza reagire. La rana bollita è una metafora elaborata dal filosofo e anarchico statunitense Noam Chomsky per descrivere la tendenza all'inazione che caratterizza l'umanità nell'era contemporanea. Cosa dice questo principio della rana bollita? Immaginate un pentolone pieno d’acqua fredda nel quale nuota tranquillamente una rana. Il fuoco è acceso sotto la pentola, l’acqua si riscalda pian piano. Presto diventa tiepida. La
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Il principio della rana bollita: smetti di adattarti e prendi in mano la tua vita
regno di Dio e stoltezza
regno di Dio e stoltezza

Domenica scorsa abbiamo parlato di impossibilità. E abbiamo visto che la impossibilità è già conseguenza di un errore. L'errore di cercare mele su un larice mi porta all'impossibilità di trovare le mele. Difetto d'intelligenza. Stoltezza. Quindi l'impossibilità è conseguenza di un errore, un errore d'intelligenza, è stoltezza. La stoltezza esclude le vergini stolte ed esclude la possibilità di entrare nel Regno di Dio. Quindi il Regno di Dio  comprende peccatori, prostitute, ladri, le braccia della misericordia di Dio sono tanto grandi da accogliere tutto, eccetto una cosa sola: lo stolto, la stoltezza. Una stoltezza che può essere piena di virtù, può andare incontro allo sposo, può avere la fede, però: "Non vi ho mai conosciuto". Quindi è un problema d'intelligenza, è l'intelligenza che fa entrare. Se la stoltezza fa restare fuori, evidentemente è l'intelligenza quella che fa entrare. La vera intelligenza è amore, sia ben chiaro: chi ama è intelligente perché s'investe della situazione dell'altro. Il vero amore è questo, è proiezione del nostro pensiero sull'altro e quindi è immedesimazione nell'altro e quindi è vedere le cose dal punto di vista dell'altro. La chiave per entrare nel Regno di Dio è proprio questo vedere le cose dal punto di vista di Dio. Dio ha dato a noi il suo Pensiero, senza questo pensiero noi siamo completamente tagliati fuori dall'infinito, dall'eterno, dall'Assoluto, da Dio e restiamo nel piano animale. Dio ha dato a noi il suo Pensiero, per dare a noi la possibilità di guardare le cose dal suo punto di vista. Perché soltanto vedendo le cose dal punto di vista di Dio si entra nel Regno di Dio. Quindi non si entra per virtù nostra, per sacrifici nostri, per rinunce nostre, per decisione nostra, non basta tutto questo, non è opera di uomo, è opera di Dio. E l'opera di Dio richiede questo salto di qualità, questo pensare le cose dal punto di vista di Dio. Noi ci siamo detti che qui si rivela una impotenza da parte dell'autorità, quindi sopratutto una stoltezza, un errore, un errore d'intelligenza da parte dell'autorità e l'autorità è sempre in difetto d'intelligenza, proprio perché è autorità. L'autorità comanda, "autorità" viene da "autore" e nel Regno della Verità, l'autore è uno solo, è Dio. Chi si mette il vestito dell'autore, evidentemente nel regno dell'autorità, evidentemente è sempre in difetto d'intelligenza. Uno solo è il Signore, uno dolo è l'autore di tutto, uno solo è il Maestro. Uno che si dica maestro, autore che si dica quindi autorità, evidentemente è in difetto d'intelligenza. Ed è proprio questo difetto d'intelligenza che conduce all'incapacità di vedere il luogo in cui si trova Gesù. Trovare il luogo di Dio è sempre effetto d'intelligenza, perché è effetto di vedere le cose dal punto di vista di Dio. Per sapere dove è Dio, bisogna guardare le cose dal punto di vista di Dio. Altrimenti noi confondiamo, prima Dio lo cerchiamo nella creazione, poi nelle istituzioni, nelle persone, nel successo, però se vogliamo trovare il luogo in cui veramente c'è Dio e quindi giungere a trovare Dio e la sua presenza e il suo volto, noi dobbiamo guardare le cose dal punto di vista di Dio. In caso diverso questo ci è impedito. E questo impedimento, questa impossibilità lo rivela qui l'autorità. L'autorità qui invita, ordina che se qualcuno (persona) sapeva dove (luogo) Gesù fosse, lo denunciasse.

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regno di Dio e stoltezza
L'arte della mediazione (1): problematiche psicologiche nel conflitto - Blog Mediazione
L'arte della mediazione (1): problematiche psicologiche nel conflitto - Blog Mediazione
*Raffaella Verga In questo articolo approfondiremo le tematiche relative alla situazione psicologica e mentale in cui si trovano le persone che vivono un conflitto, ciò al fine di aiutare il mediatore a meglio comprendere e quindi approcciarsi alle dinamiche del setting. Il mediatore viene vissuto dalle parti come figura di “Facilitatore”, un facilitatore che lavora […]
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L'arte della mediazione (1): problematiche psicologiche nel conflitto - Blog Mediazione
correzione ortesica
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Un seminario gratuito dedicato alla correzione ortesica, all'emodinamica e alle sinergie con la compressione elastica, il tutto durante Exposanità.
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La dura ricerca di critiche costruttive | Il Bo Live UniPD
La dura ricerca di critiche costruttive | Il Bo Live UniPD

La critica costruttiva

Le persone sottostimano il desiderio altrui di ricevere critiche costruttive, anche se, a ruoli invertiti, si rendono conto della loro utilità: basti pensare anche solo a quando scopriamo di essere andati in giro per ore con un pezzo di insalata incastrato tra i denti e ci chiediamo perché nessuno si sia sognato di farcelo notare, salvo poi renderci conto che siamo i primi a farci scrupoli analoghi.

Siamo restii a fornire il feedback, sia per il timore di essere percepiti negativamente, sia perché dare dei suggerimenti richiede un certo sforzo, e gli esseri umani sono portati a evitarli, soprattutto quando non vedono un buon motivo per compierli.

Il motivo della mancata critica non è solo il timore di creare imbarazzo nell'altra persona, ma anche la sottovalutazione dell'impatto positivo che il loro intervento potrebbe avere. In altre parole, non pensiamo che la nostra azione possa avere un effetto particolare nella vita altrui, quindi evitiamo di compiere uno sforzo in questa direzione.

In fine alcune persone sono effettivamente restie ad accettare critiche, quindi proiettano questa loro idiosincrasia sull'interlocutore, che invece magari le riterrebbe utili. Per tutti questi motivi sottostimiamo il desiderio degli altri di ricevere suggerimenti, anche critici: ci è più comodo e ci risparmia molti problemi.

In conclusione: il valore della critica è molto più chiaro a chi la deve ricevere che a chi è in condizione di fornirla. Come si può uscire da questo gap? In modo relativamente semplice: si diventa più propensi a dare i feedback quando veniamo invitati a metterci nei panni degli interlocutori, proprio perché in questo modo diventa chiaro sia l'effetto positivo di una critica costruttiva sia il desiderio di riceverla. In caso di difficoltà, quindi, si può utilizzare questa tecnica per ottenere i tanto agognati suggerimenti per migliorare il nostro lavoro.

In conclusione: il valore della critica è molto più chiaro a chi la deve ricevere che a chi è in condizione di fornirla. Come si può uscire da questo gap? In modo relativamente semplice: i ricercatori, infatti, hanno notato che i soggetti diventavano più propensi a dare i feedback quando venivano invitati a mettersi nei panni degli interlocutori, proprio perché in questo modo diventava chiaro sia l'effetto positivo di una critica costruttiva sia il desiderio di riceverla. In caso di difficoltà, quindi, si può utilizzare questa tecnica per ottenere i tanto agognati suggerimenti per migliorare il nostro lavoro.
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La dura ricerca di critiche costruttive | Il Bo Live UniPD
Il prete e l'adulazione - SettimanaNews
Il prete e l'adulazione - SettimanaNews

L’adulazione può essere collegata all’invidia, perché gli adulatori sono invidiosi, ma più subdoli ed esperti. Come gli invidiosi, cercano in modo indiretto di privare qualcuno di qualcosa, ma lo fanno in modo nascosto e apparentemente amichevole.

Da un lato, c’è la lingua bulimica che cerca elogi smodati per ottenere favori, mentre dall’altro c’è la lingua biforcuta dell’invidioso, che trasforma la lusinga in maledizione. L’adulatore indossa una maschera per trasformare il desiderio di criticare in complimenti entusiastici verso la persona che sta adulando.

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Il prete e l'adulazione - SettimanaNews