Crescita Personale

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La dura ricerca di critiche costruttive | Il Bo Live UniPD
La dura ricerca di critiche costruttive | Il Bo Live UniPD

La critica costruttiva

Le persone sottostimano il desiderio altrui di ricevere critiche costruttive, anche se, a ruoli invertiti, si rendono conto della loro utilità: basti pensare anche solo a quando scopriamo di essere andati in giro per ore con un pezzo di insalata incastrato tra i denti e ci chiediamo perché nessuno si sia sognato di farcelo notare, salvo poi renderci conto che siamo i primi a farci scrupoli analoghi.

Siamo restii a fornire il feedback, sia per il timore di essere percepiti negativamente, sia perché dare dei suggerimenti richiede un certo sforzo, e gli esseri umani sono portati a evitarli, soprattutto quando non vedono un buon motivo per compierli.

Il motivo della mancata critica non è solo il timore di creare imbarazzo nell'altra persona, ma anche la sottovalutazione dell'impatto positivo che il loro intervento potrebbe avere. In altre parole, non pensiamo che la nostra azione possa avere un effetto particolare nella vita altrui, quindi evitiamo di compiere uno sforzo in questa direzione.

In fine alcune persone sono effettivamente restie ad accettare critiche, quindi proiettano questa loro idiosincrasia sull'interlocutore, che invece magari le riterrebbe utili. Per tutti questi motivi sottostimiamo il desiderio degli altri di ricevere suggerimenti, anche critici: ci è più comodo e ci risparmia molti problemi.

In conclusione: il valore della critica è molto più chiaro a chi la deve ricevere che a chi è in condizione di fornirla. Come si può uscire da questo gap? In modo relativamente semplice: si diventa più propensi a dare i feedback quando veniamo invitati a metterci nei panni degli interlocutori, proprio perché in questo modo diventa chiaro sia l'effetto positivo di una critica costruttiva sia il desiderio di riceverla. In caso di difficoltà, quindi, si può utilizzare questa tecnica per ottenere i tanto agognati suggerimenti per migliorare il nostro lavoro.

In conclusione: il valore della critica è molto più chiaro a chi la deve ricevere che a chi è in condizione di fornirla. Come si può uscire da questo gap? In modo relativamente semplice: i ricercatori, infatti, hanno notato che i soggetti diventavano più propensi a dare i feedback quando venivano invitati a mettersi nei panni degli interlocutori, proprio perché in questo modo diventava chiaro sia l'effetto positivo di una critica costruttiva sia il desiderio di riceverla. In caso di difficoltà, quindi, si può utilizzare questa tecnica per ottenere i tanto agognati suggerimenti per migliorare il nostro lavoro.
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La dura ricerca di critiche costruttive | Il Bo Live UniPD
Il prete e l'adulazione - SettimanaNews
Il prete e l'adulazione - SettimanaNews

L’adulazione può essere collegata all’invidia, perché gli adulatori sono invidiosi, ma più subdoli ed esperti. Come gli invidiosi, cercano in modo indiretto di privare qualcuno di qualcosa, ma lo fanno in modo nascosto e apparentemente amichevole.

Da un lato, c’è la lingua bulimica che cerca elogi smodati per ottenere favori, mentre dall’altro c’è la lingua biforcuta dell’invidioso, che trasforma la lusinga in maledizione. L’adulatore indossa una maschera per trasformare il desiderio di criticare in complimenti entusiastici verso la persona che sta adulando.

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Gli uomini mi spiegano le cose. Riflessioni sulla sopraffazione maschile di Solnit Rebecca - Bookdealer | I tuoi librai a domicilio
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Ci sono molti modi per sentirsi superiori, più forti, più bravi, più sapienti e potenti. La sopraffazione non passa solo per la violenza fisica, l'umiliazione, la dipendenza
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"Ognuno faccia la sua parte per spegnere l'incendio": la morale della favola del Colibrì
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Un giorno nella foresta scoppiò un grande incendio. Di fronte all'avanzare delle fiamme, tutti gli animali scapparono terrorizzati mentre il fuoco distruggeva ogni cosa senza pietà. Leoni, zebre, elefanti, rinoceronti, gazzelle e tanti altri animali cercarono rifugio nelle acque del grande fiume, m
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Tutto quello che ci ha insegnato L'Esorcista (sulla Chiesa e non solo)
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l’orologio a pendolo si ferma di botto; nel decorso della possessione di Regan, la cameretta diventa via via sempre più fredda, fino a sembrare una cella frigorifera, malgrado la mite temperatura esterna. È il sovvertimento di un mondo dove non c’è calore, cioè amore. Come già aveva fatto Dante ne L’Inferno, buio e gelo sono le condizioni ambientali di un luogo senza amore.
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Tutto quello che ci ha insegnato L'Esorcista (sulla Chiesa e non solo)
‎Therapeze
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‎Like many others who embarked on a therapeutic journey, we understand the importance of processing and reflecting on your therapy sessions. Our app is designed to provide you with a secure and private space to record your thoughts. With Therapeze, you can effortlessly capture the essence of each t…
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Le malattie "Internet-based": il caso del morbo di Morgellons e della vulvodinia
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Un'esplorazione affascinante e inquietante del nesso tra malattie, social media e la nostra percezione della realtà. Due storie parallele: Il morbo di
Disturbo da Dipendenza da Internet (IAD): Non è una malattia fisica, ma piuttosto un disturbo comportamentale. Colpisce sempre più persone, soprattutto giovani, a causa dell’uso eccessivo di Internet. L’IAD può portare a problemi di salute mentale e fisica.
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Perché l’attività fisica mantiene il cervello in salute?
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Perché l’attività fisica mantiene il cervello in salute e stimola la neurogenesi?

Christiane Wrann, allora ricercatrice post-dottorato che lavorava con Spiegelman ha mostrato che il muscolo “comunica” in qualche modo con il cervello durante l’attività fisica. Quando le cellule muscolari producono irisina, quest’ultima aumenta i livelli di un’altra proteina chiamata fattore neurotrofico cerebrale (BDNF, dall’inglese Brain-derived Neurotrophic Factor) nell’ippocampo, una delle prime regioni del cervello a subire alterazioni nelle malattie neurodegenerative. Lì il BDNF favorisce la salute e la crescita di sinapsi e neuroni, aiutandoli a maturare e migliorando la plasticità delle sinapsi.

https://www.nationalgeographic.it/perche-attivita-fisica-mantiene-il-cervello-in-salute

Christiane Wrann, allora ricercatrice post-dottorato che lavorava con Spiegelman
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Perché l’attività fisica mantiene il cervello in salute?